La sostenibilità a medio termine

Al 31 dicembre 2015 si è concluso il Piano di Sostenibilità 2013-2015. Per il triennio, il Gruppo ha articolato il Piano in dieci politiche, a cui corrispondono altrettanti Key Performance Indicators (KPI), il cui avanzamento è stato monitorato semestralmente e reso pubblico nel sito del Gruppo Unipol.

I tre anni di attuazione del Piano di Sostenibilità sono stati l’occasione per proseguire l’approccio strategico alla sostenibilità volto ad integrarla nel business e a renderla elemento trasversale ai processi decisionali e gestionali del Piano Industriale di Gruppo. Nel corso dell’anno, lo stato di avanzamento degli indicatori che compongono il Piano Industriale e quello di Sostenibilità è presentato contestualmente, con cadenza semestrale, in Alta Direzione e al Comitato per la Sostenibilità del Consiglio d’Amministrazione, composto da soli consiglieri indipendenti.

Sette obiettivi target su dieci sono stati raggiunti: in particolare sono stati ampiamente superati i target nel caso delle politiche di promozione di modelli e servizi innovativi di welfare, che hanno portato all’incremento del 20% del numero di assicurati Vita/Salute; nonché il numero di persone beneficiarie dell’offerta di supporto al territorio, in partnership con gli altri attori sociali, incrementato del 50%.
Altrettanto positivi i risultati raggiunti nella limitazione degli impatti ambientali, grazie ad una riduzione delle emissioni dirette di CO2 a perimetro omogeneo al 2013 pari a quasi il doppio dell’obiettivo; nella diffusione della rateizzazione delle polizze per supportare la perdita del potere d’acquisto delle persone e delle imprese, che ha raggiunto il 9% delle nuove polizze; nell’incremento dei clienti con risarcimento in forma specifica per innovare la componente di servizio ai clienti sia nei contenuti che nella modalità di fruizione.

Hanno raggiunto il target definito anche l’intervento di promozione nel mondo del lavoro dei giovani, misurata con l’incidenza degli under 45 nel middle management e l’introduzione degli indici di valutazione del capitale reputazionale, attraverso la costruzione di mappe di posizionamento che tenessero in considerazione le aspettative degli stakeholder e le risposte del management del Gruppo, individuando così i punti di forza e le aree di potenziale rischio reputazionale.

Tra gli obiettivi ancora in corso e che si concluderanno, seppure in ritardo rispetto agli impegni, ci sono: il superamento dello standard di mercato del Net Promoter Score R.C.Auto, che è preso a riferimento per innovare e migliorare la relazione con il cliente, e la presenza in almeno otto dei principali indici di sostenibilità. In entrambi i casi l’andamento registrato nel triennio è migliorativo, ma non sufficiente a determinare un completo raggiungimento dell’obiettivo.
Il mancato raggiungimento dell’obiettivo previsto da Piano nella politica di “Gestire l’impresa in modo da garantirne la solidità patrimoniale e l’equa redditività”, deve essere valutato alla luce delle novità introdotte dalla Direttiva Solvency II. L’indice di Solvency, che a fine 2015 è stato pari a 1,70, dovrà dal 1 gennaio 2016 essere determinato con metriche del tutto differenti, che prevedono l’utilizzo dei parametri specifici dell’impresa (USP – Undertaking Specific Parameters) per la quantificazione del requisito patrimoniale di solvibilità per i rischi tecnico-assicurativi Danni e Salute, nell’attesa di poter applicare il Modello Interno, per il quale proseguono le attività di pre application.

Per l’implementazione di ciascuna politica sono state adottate delle azioni, a loro volta monitorate attraverso indicatori di avanzamento e di efficacia. Si tratta di cento indicatori quali-quantitativi interni che integrano l’attuale set già disponibile, sempre più allineato con quello rendicontato a consuntivo nel Bilancio di Sostenibilità. Tra le 48 azioni in cui si declinavano le politiche, il 72% sono state completate con successo avanzando secondo la pianificazione, il 28% invece non sono state concluse: di queste il 18% sono costituite, in pari misura, da azioni abbandonate e da azioni mai avviate, mentre il restante 10% è costituito da azioni che hanno fatto registrare un andamento negativo con criticità sull’avanzamento dell’obiettivo di sostenibilità previsto.

Tra le azioni puntuali individuate a supporto dell’attuazione delle 10 politiche del Piano e completate con successo, si segnalano in particolare: l’avvio del progetto DERRIS (DisastEr Risk Reduction InSurance), finanziato attraverso il fondo europeo Life; la conclusione del percorso d’incubazione di “Unipol Ideas” con la partecipazione societaria a due delle otto start up che hanno partecipato al percorso e con il graduale coinvolgimento delle stesse nelle attività del Gruppo; il lancio della campagna “Per Gioco Non Per Azzardo” finalizzata alla sensibilizzazione dei cittadini sui rischi di comportamenti di gioco indiscriminati e compulsivi; la prosecuzione delle attività di “Eos, Conoscere l’Assicurazione” e lo studio per la realizzazione di un bilancio integrato delle dimensioni economica-sociale-ambientale delle attività del Gruppo Unipol.