La lettera del Presidente

Adottare una politica sostenibile dell’impresa oggi non significa più solo ispirarsi a valori etici e adottare stili di buona gestione, ma confrontarsi con un panorama internazionale di continua rielaborazione culturale, di standard, modelli e normative, che collocano l’impresa in una dimensione globale e sovrastrutturale. A settembre 2015 sono stati assunti dai governi delle Nazioni Unite 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) e 169 sotto-obiettivi concordati, da raggiungere entro il 2030. Nel nostro Gruppo abbiamo ritenuto questo un importante riconoscimento istituzionale dell’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e dell’impegno assunto per sostituirlo con uno in grado di assicurare un futuro di benessere più equo e sostenibile, all’interno dei limiti fisici del pianeta Terra. Gli obiettivi costituiscono, per la prima volta, un’agenda universale, valida per tutti i Paesi del mondo, che propone un approccio allo sviluppo che integra pienamente economia, società, ambiente e qualità delle istituzioni, chiamando all’azione anche le imprese stesse. Per questo abbiamo deciso di supportare la nascita dell’Alleanza multistakeholder che in Italia ne supporti l’adozione ed il raggiungimento, che riunisce già 80 organizzazioni della società civile, tra le più importanti del nostro Paese.

Per promuovere lo sviluppo sostenibile è importante supportare la diffusione di conoscenza, educazione, sensibilità e comportamenti e scelte coerenti ed efficaci per connettere, integrare e promuovere un orizzonte dello sviluppo basato sulla soddisfazione di obiettivi di promozione sociale, di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente che viviamo. Riuscire a cambiare ottica e prospettiva comporta una efficace programmazione di piani ed interventi tra loro coerenti, capaci di mobilitare tante energie, intelligenze, risorse prima di tutto morali. Ci dobbiamo rendere conto che sono venuti esaurendosi, nel corso di questi ultimi anni, le spinte propulsive che hanno guidato lo sviluppo economico e che si devono favorire argomenti per un’idea nuova e diversa dello sviluppo dove lungimiranza, qualità, efficacia nelle gestioni, equilibrio nel destinare la ricchezza prodotta siano i criteri di scelta, ripensando la stessa produzione e le sue finalità.
Sempre più le attività economiche vanno ancorate a profili e sfere sostenibili perché basate sulla promozione di contenuti sociali avanzati e a loro volta essi stessi produttori di ricchezza. Su questo nel nostro Gruppo stiamo lavorando da anni e, con la scelta di integrare gli strumenti di sostenibilità con gli strumenti tradizionali della gestione dell’impresa, crediamo di procedere ulteriormente e più celermente. Infine, non si deve dimenticare che è importante favorire dialogo e connessioni tra il livello macro delle politiche pubbliche e quello micro della produzione, della dimensione e dello sviluppo locale, in sintonia con le grandi scelte globali. Qui sta un punto chiave a mio avviso non pienamente praticato: la faticosa ma preziosa costruzione di legami, interrelazioni, approcci sistemici, politiche costruite insieme capaci di comprendere appunto le diverse scale ed ambiti di intervento e di azione dal locale al globale, comprendendo il ruolo strategico della scala nazionale. I nostri principali progetti di innovazione sociale cercano di andare in questo senso, con molta determinazione, pazienza e coraggio.

Pierluigi Stefanini